Trasformazione urbana attraverso la lente dell’artista: l’esperienza di Tevereterno a Roma

di VALERIA SASSANELLI

Una delle principali domande della città contemporanea è quella di una nuova generazione di spazi pubblici in cui riconoscersi. L’acqua è sempre più spesso al centro del rinnovamento urbano di tante città che hanno basato la propria rinascita sul rinnovamento dei waterfront (fiumi, mari o canali).

Le Olimpiadi di Londra del 2012, sono solo l’inizio di una ingente trasformazione urbana legata alla Lea Valley e all’acqua dentro il più esteso progetto del Thames Gateway. La trasformazione del Rio Manzanares di Madrid nasce come un grande investimento da parte dell’amministrazione e una capacità prefigurativa accompagnata da ingenti opere infrastrutturali. In questo caso il coinvolgimento delle comunità locali e di singoli cittadini è avvenuto in modo programmato sia durante il processo di trasformazione che successivamente. La sistemazione del waterfront di Seattle e dei waterfront fluviali o marini di tante città del mondo ha posto al centro del rinnovamento il progetto di paesaggio. L’Expo di Saragozza del 2008, tutta centrata sui paesaggi dell’acqua, ha dato vita ad una nuova realtà sul fiume. La strabiliante rinascita di Bilbao è legata al rinnovamento del suo fiume Nerviòn. E gli esempi potrebbero continuare. L’arte urbana site-specific può essere un potente catalizzatore per il rinnovo urbano innescando processi di risignificazione dei territori con una capacità prefigurativa che spesso anticipa quella dell’architetto, rendendola una delle espressioni artistiche più innovative dell’arte contemporanea. Le capacità visionarie e anticipatrici della la Public Art possono incidere anche in fase di realizzazione, quando una parte importante del territorio è inaccessibile. In attesa di inaugurare le grandi opere si possono realizzare eventi di arte urbana site-specific all’interno dei cantieri coinvolgendo i cittadini per prefigurare insieme le trasformazioni future. Lo sconfinamento dell’arte nella disciplina paesaggistica può ricomporre le situazioni problematiche urbane con una ricerca di nuovi valori formali e sociali, attraverso un lavoro sui paesaggi attivi, la lettura tridimensionale dello spazio, la temporaneità degli usi ed eventi e la capacità di interpretazione diversa caso per caso, in una trasformazione flessibile e non cristallizzata.

Per gestire questi processi complessi di trasformazione urbana e territoriale occorre tessere una fitta rete di relazioni sia istituzionali che con le comunità locali, e procedere parallelamente con interventi dai tempi di realizzazione lunghi e altri dai tempi brevi. L’utilizzo immediato di un sito da parte degli utenti e la sua riappropriazione concorrono ad incoraggiare il progetto di pianificazione di tempi lunghi. È sempre più difficile operare nella trasformazione dello spazio pubblico ma esistono fortunatamente esempi positivi nel mondo dove nuovi soggetti creati dal basso, dall’iniziativa di cittadini legati ad un certo luogo, riescono con grande anticipazione e forza immaginativa ad innescare processi significativi di cambiamento. Uno degli esempi più noti, quello newyorkese della High Line, è emblematico di come la forte spinta attiva di un gruppo di cittadini, prima in contrasto e poi necessariamente a fianco dell’amministrazione, sia riuscita a produrre un cambiamento determinante di un’intera parte di città e ad attrarre ingenti fondi. La sorte della ferrovia sopraelevata dismessa, da demolizione si è ribaltata in conservazione attiva e ripensamento radicale di un nuovo paesaggio.

TEVERETERNO Onlus è uno dei nuovi soggetti che partecipano attivamente al processo di trasformazione urbana del Tevere nel cuore di Roma, non a caso ha un forte legame con l’associazione Friends of the High Line. Dal canto loro, associazioni come TEVERETERNO e tante altre (tra cui gli Stalker con i loro ‘attraversamenti’ dei territori) che cercano di riaccendere i riflettori su parti inutilizzate delle città, possono avere una maggiore libertà e rapidità nel prefigurare scenari futuri. TEVERETERNO in questo senso ha una specificità legata all’arte urbana e alla scelta di un luogo, Piazza Tevere (Lo spazio urbano dell’invaso del fiume che si trova tra Ponte Mazzini e Ponte Sisto: una piazza fluviale virtuale da dedicare all’arte contemporanea), che ne fa un’esperienza unica nel panorama romano e che ambisce a cambiare in modo permanente l’uso dello spazio sia pur attraverso iniziative temporanee. La missione e l’ambizione di TEVERETERNO è che Piazza Tevere venga dedicata stabilmente all’arte contemporanea e diventi un museo di Roma a cielo aperto. Il ruolo di TEVERETERNO è anche quello di sperimentare e sondare le potenzialità di questo spazio urbano per successive interpretazioni. TEVERETERNO si è mossa fin da subito per intrecciare relazioni con le diverse entità competenti sul Tevere. Fondata nel 2004 dalla nota artista newyorkese Kristin Jones insieme ad un gruppo di architetti, si inserisce immediatamente nella trasformazione urbanistica di Roma. Coerente con le previsioni dell’Ambito strategico del Tevere del nuovo PRG, confluisce nel progetto preliminare comunale “Trasversale Gianicolo-Moretta”. Nel 2006 è oggetto della Memoria di Giunta per il coordinamento di un progetto artistico a Piazza Tevere e nel 2007 è protagonista di una conferenza stampa istituzionale al MAXXI. Con quest’ultimo organizza, nel 2010, l’evento Chance Encounter, di Robert Hammond – cofondatore della Friends of the High Line- e mantiene un fil rouge verso una possibile ‘adozione’ di piazza Tevere come museo a cielo aperto nella continuità dei flussi dell’architettura di Zaha Hadid, un protendersi del MAXXI sull’acqua (come tante volte ribadito con Margherita Guccione e Anna Mattirolo). Dal 2012 TEVERETERNO fa parte del Piano di Gestione del sito Unesco di Roma come progetto pilota di riferimento. Nel 2013 partecipa con il Dipartimento Cultura di Roma Capitale al progetto per la creazione della toponomastica delle rive del Tevere (Organizzato dall’“U.O. Valorizzazione centro storico. Siti Unesco. Toponomastica”). Infine sta avviando un lavoro di sperimentazione sulle nuove tecnologie di comunicazione, a partire dal crowd funding, in linea con l’agenda digitale italiana ed europea sulle Comunità Intelligenti.

La programmazione annuale di eventi di arte urbana a Piazza Tevere procede parallelamente alla tessitura di reti istituzionali per la trasformazione architettonica di questa parte del fiume, con dispositivi permanenti per l’accessibilità e la fruizione dello spazio e con la predisposizione di tecnologie flessibili per l’uso temporaneo, rappresentando una esperienza estendibile a tutto il tratto urbano del Tevere, nella convinzione che occorrano pochi interventi minimi che lascino la possibilità di continue reinterpretazioni del luogo. TEVERETERNO è un esempio di come trasformare la città dentro una rete di attori del cambiamento, un seme grazie al quale possono nascere nuove iniziative. È al tempo stesso un forte veicolo di esportazione dell’immagine di Roma nel mondo, grazie ai forti legami internazionali di cui è portatrice, primo tra tutti quello con gli USA. La programmazione di eventi a Piazza Tevere ha visto l’opera di artisti da tutto il mondo susseguirsi in: Waterfire nel 2012; Chance Encounter nel 2010; partecipazione alla Biennale Architettura di Venezia nel 2010; Trilogy: the She Wolf as Shape of Time nel 2009; She Wolves: from Tiber to Hudson (prodotto a New York per il River to River Festival) nel 2008; Flussi correnti nel 2007; Jenny Holzer: for the Academy (prodotto in collaborazione con l’American Academy in Rome) nel 2007; Ombre dal lupercale nel 2006; Solstizio d’estate nel 2005.

Nel 2014 e nel 2015 il grande artista sudafricano William Kentridge realizzerà per Piazza Tevere un’opera-evento site-specific in due atti: la più grande processione mai realizzata dall’artista (lunga 550 metri) dal titolo Triumphs and Laments apparirà sui muraglioni traendo linfa dalla storia millenaria di Roma. E la storia continua.